Nel corso dell’ultimo quindicennio, il Mar Adriatico ha rivestito un ruolo chiave nella geografia crocieristica del Mediterraneo, registrando una crescente importanza, a beneficio delle comunità locali che sull’Adriatico stesso si affacciano. Il settore crocieristico, infatti, contribuisce in maniera sostanziale allo sviluppo del tessuto economico delle comunità locali. L’impatto economico diretto della crocieristica sulle città portuali adriatiche è stimabile in circa 450 milioni di euro l’anno, in termini di spese dei passeggeri, degli equipaggi e delle navi.
Tuttavia, negli ultimi due anni, il traffico totale nell’Adriatico ha visto una riduzione di oltre 560 mila movimenti passeggeri nei porti crocieristici. In termini economici, si tratta di una perdita di circa 113 milioni di euro. Questo crollo allarmante è dovuto, in primo luogo, a sfide strategiche per i territori e per il comparto crocieristico che stanno attendendo, da ormai troppo tempo, risposte risolutive. La più urgente fra queste, anche a causa delle vastità geografica delle sue ripercussioni, è la ricerca di una rotta di accesso per le cosiddette grandi navi a Venezia, per colmare il vuoto regolatorio che dura da due anni e che sta spingendo la crocieristica ad abbandonare la città lagunare e conseguentemente l’intero Mar Adriatico.
“Il settore crocieristico contribuisce fortemente allo sviluppo delle comunità locali adriatiche, con un impatto economico stimabile in circa 450 milioni di euro l’anno. Dati questi numeri, il Governo dovrebbe considerare l’industria crocieristica, e il turismo in generale, un asset strategico per la ripresa economica italiana. Ma sta accadendo esattamente il contrario: inerzia e incertezza stanno mettendo a serio rischio la crocieristica a Venezia e, di conseguenza, nell’intero Mar Adriatico. Da tempo il settore crocieristico chiede al Governo di affrontare la questione per trovare una rotta di accesso alternativa per le navi da crociera a Venezia. Con questo appello, anche le comunità locali adriatiche si sono unite alla richiesta: ora è dovere delle istituzioni centrali prendere una decisione e arrivare a una soluzione per Venezia e, quindi, per l’intero Adriatico”, afferma Francesco Galietti, National Director di CLIA Italy.
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