Una scalata lunga e difficile, ma che ha dato i suoi frutti. «Siamo leader in Europa dopo una lunga cavalcata e con numeri forti anche nei confronti dei competitor: sommando l’offerta di Royal Caribbean, Princess e P&O ad esempio, non si arriva ai nostri livelli». Msc Crociere, per voce di Gianni Onorato, ad del gruppo guidato da Aponte, non nomina Costa Crociere, ma quando snocciola i numeri del rapporto annuale di Cruise Industry News riferito al 2015/2016 che certifica l’offerta di Msc in 1,1 milioni di passeggeri, è inevitabile pensare al sorpasso sulla compagnia genovese che però, se sommasse tutti i brand schierati, rimarrebbe in pole.
«Siamo cresciuti molto anche in Nord Europa e registriamo una crescita a livello globale nei due bacini, compreso quindi il Mediterraneo: noi abbiamo puntato e investito molto anche sulla sponda orientale – spiega Onorato – Abbiamo ad esempio scoperto Sochi, esplorato nuove destinazioni. Gli altri hanno preferito guardare altrove anziché concentrarsi in casa».
Il mercato delle crociere sta iniziando a cercare nuove sponde, guardando a Est verso la Cina e Costa ad esempio, nel 2016 avrà quattro navi a rafforzare il mercato asiatico. Il primo posto è quindi merito di Msc o degli spazi lasciati liberi dai concorrenti? «Entrambi i fattori sono veri – attacca Onorato – E’ un premio per un lavoro che parte dal 2003, ma è anche vero che prima devi essere padrone a casa tua per poi andare altrove».
La strategia di Msc è in effetti in controtendenza rispetto a quella della altre compagnie: investimenti in Europa, considerato forse un mercato saturo, e negli Usa con la nuova classe Seaside, la compagnia ha deciso di dare battaglia ai colossi americani sui Caraibi: «Nei mercati tradizionali c’è spazio per noi, ne sono convinto: basta guardare i numeri – spiega Onorato – Con i numeri del mercato Usa possiamo tranquillamente ritagliarci spazi interessanti e per noi l’Europa è fondamentale. In italia c’è spazio ancora di crescita, quest’anno abbiamo le navi piene e registriamo il 20% di crescita. C’è una domanda importante».
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