CAGLIARI - Sfruttare lo straordinario patrimonio della seconda guerra mondiale in Sardegna, disseminata di piccoli e grandi bunker, per aprire una nuova frontiera del turismo sostenibile, naturalistico ed escursionistico. Accanto alla valorizzazione in chiave turistica dei fari costieri voluta dalla Regione, arriva ora la proposta di legge dei Riformatori per riqualificare queste ex postazioni militari e rispondere così alle nuove esigenze ricettive di un'utenza sempre piĂ¹ attenta a vacanze alternative.
La stessa denominazione del progetto, B&Bunker, associa la prima parte dell'acronimo alle tante declinazioni dell'accoglienza, dell'ospitalità e dell'informazione turistica: Bed&Bunker, Bar&Bunker, Bike&Bunker, Beauty&Bunker, e così via.
La nuova destinazione d'uso delle oltre 500 fortificazioni stimate in Sardegna, e presenti soprattutto lungo le coste Sud, Ovest e Nord dell'Isola, sarĂ definita dalle singole amministrazioni locali sulla base di bandi che potranno usufruire di un finanziamento regionale di 5 milioni di euro in due anni, con un massimo di 50 mila euro per la riqualificazione di ciascun bene. Il progetto dovrĂ anche tenere conto dell'ampiezza degli spazi dei fortini.
Nella maggior parte dei casi queste postazioni militari sono composte da una bassa torretta di avvistamento con ampie feritoie per l'uso di armi da fuoco, spesso affiancata da piccoli edifici utilizzati per l'alloggio della guarnigione, il ricovero delle derrate e delle munizioni. Accanto si possono poi trovare delle ex piazzole per mitragliatrici della batteria antiaerea, rifugi e trincee.
La stessa denominazione del progetto, B&Bunker, associa la prima parte dell'acronimo alle tante declinazioni dell'accoglienza, dell'ospitalità e dell'informazione turistica: Bed&Bunker, Bar&Bunker, Bike&Bunker, Beauty&Bunker, e così via.
La nuova destinazione d'uso delle oltre 500 fortificazioni stimate in Sardegna, e presenti soprattutto lungo le coste Sud, Ovest e Nord dell'Isola, sarĂ definita dalle singole amministrazioni locali sulla base di bandi che potranno usufruire di un finanziamento regionale di 5 milioni di euro in due anni, con un massimo di 50 mila euro per la riqualificazione di ciascun bene. Il progetto dovrĂ anche tenere conto dell'ampiezza degli spazi dei fortini.
Nella maggior parte dei casi queste postazioni militari sono composte da una bassa torretta di avvistamento con ampie feritoie per l'uso di armi da fuoco, spesso affiancata da piccoli edifici utilizzati per l'alloggio della guarnigione, il ricovero delle derrate e delle munizioni. Accanto si possono poi trovare delle ex piazzole per mitragliatrici della batteria antiaerea, rifugi e trincee.
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