CAMPOBASSO - Nuova linfa in arrivo per il grande patrimonio archeologico molisano. Saranno all'incirca 7 i milioni, di cui 2,8 nella prima annualità, per il 'Piano archeologico' del Molise: sono i fondi messi a disposizione dal 'Patto per il Molise' che verranno impegnati per dare impulso a un settore in passato in ristrettezze economiche.
I fondi saranno così ripartiti: Museo del Paleolitico di Isernia (550 mila euro), Area archeologica di Monte Vairano (270 mila euro), 900 mila euro per le attività di scavo nell'area di Sepino-Altilia, Teatro e Domus di Venafro (Isernia), 550 mila euro, Anfiteatro di Larino (Campobasso), 400 mila, e Teatro Italico di San Giovanni in Galdo (Campobasso), 200 mila.
Il soggetto attuatore sarà il Mibact. Si va dunque in direzione di una valorizzazione dei siti regionali per dare una forte identità archeologica al Molise, territorio ricco di storia e 'tesori' ancora nascosti. "Questo è uno dei territori più splendidamente conservati di tutta Italia - osserva il direttore del Polo Museale del Molise, Stefano Campagnolo - e bisogna riuscire a comunicare adeguatamente. Se infatti si va a scavare in una qualunque zona - ha aggiunto - se non c'è un residuo sannitico, romano o medioevale, c'è qualcosa di paleontologico". Una nuova fase che, in prospettiva, dovrebbe consentire anche uno sviluppo della regione sotto l'aspetto del turismo culturale.
I fondi saranno così ripartiti: Museo del Paleolitico di Isernia (550 mila euro), Area archeologica di Monte Vairano (270 mila euro), 900 mila euro per le attività di scavo nell'area di Sepino-Altilia, Teatro e Domus di Venafro (Isernia), 550 mila euro, Anfiteatro di Larino (Campobasso), 400 mila, e Teatro Italico di San Giovanni in Galdo (Campobasso), 200 mila.
Il soggetto attuatore sarà il Mibact. Si va dunque in direzione di una valorizzazione dei siti regionali per dare una forte identità archeologica al Molise, territorio ricco di storia e 'tesori' ancora nascosti. "Questo è uno dei territori più splendidamente conservati di tutta Italia - osserva il direttore del Polo Museale del Molise, Stefano Campagnolo - e bisogna riuscire a comunicare adeguatamente. Se infatti si va a scavare in una qualunque zona - ha aggiunto - se non c'è un residuo sannitico, romano o medioevale, c'è qualcosa di paleontologico". Una nuova fase che, in prospettiva, dovrebbe consentire anche uno sviluppo della regione sotto l'aspetto del turismo culturale.
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